Marvel
IT presenta
#31
PREDONI E PREDE
di Mickey
e Carlo Monni
Aeroporto
internazionale di Newark-Liberty, New Jersey.
Ci sono
diversi motivi per cui l’uomo che sta salutando la giovane donna in partenza
per la Scozia non passerebbe inosservato tra la folla: uno, il più ovvio, è che
ha la fisionomia di una sorta di demone dalla pelle nero-bluastra con tanto di
coda forcuta, orecchie a punta e canini appuntiti; l’altro è che Kurt Wagner è
comunque famoso per essere l’X-Man chiamato Nightcrawler. Ce n’è più che
abbastanza per attirare una folla di curiosi che lui cerca di ignorare ma che
imbarazza la sua amica Diana Vickers. La donna è in partenza con il prossimo volo
per Edimburgo e da lì proseguirà per Inverness e poi raggiungerà in traghetto l’Isola di Muir, sede
di uno dei più importanti centri mondiali di ricerca sulle mutazioni genetiche.
-Se potessi teleportarti con me ed evitarti il viaggio, verrebbe meno il motivo
stesso del viaggio.- le dice lui.
-Avrei mille
altri validi motivi per fare un viaggio con te.- ribatte lei.
Wagner abbassa lo sguardo e, per sua fortuna, non può arrossire con la pelle
che si ritrova. La situazione lo mette a disagio: non sono più una coppia, o
perlomeno così si era detto, e le smancerie lo imbarazzano, non foss'altro che
colpiscono nel segno dei suoi sentimenti ancora accesi. Perché le cose devono
essere sempre complicate? Perché nulla, compresa la sua vocazione alla vita
religiosa di cui non è più così sicuro ormai, può essere semplice e chiaro?
-Tra dodici
ore ci vediamo a Muir- aggiunge Kurt, continuando sulla strada dell'ovvietà.
Sono tutte cose che già sanno, ma in qualche modo deve infrangere un silenzio chiaro
sintomo di disagio.
Diana si
sforza di sorridere.
-Ci conto.-
replica.
Alla fine si
salutano con un mero bacio sulla guancia e la separazione è più pesante del
previsto per entrambi, ma le separazioni non sono quasi mai indolori,
dopotutto.
Diana sale
sul suo aereo e Kurt rimane a guardarlo decollare e solo dopo un po’ di tempo
si decide a scomparire. In uno sbuffo di fumo e zolfo.
Hotel Sol
del Mar, Santa Providencia.
Graydon Creed è sempre stato un uomo complesso. Buona parte della sua
vita da adulto è stata dominata dall’odio per i suoi genitori, il mutante
ferino noto come Sabretooth e la mutante mutaforma nota come Mystica, ma alla
fine ha saputo superare questi sterili sentimenti ed usare le sue energie in
modo più positivo… positivo per lui, ovviamente.
Un accordo
col Presidente di questa piccola repubblica centroamericana gli ha permesso di
far diventare Santa Providencia un rifugio sicuro per il suo gruppo di
mercenari chiamati Marauders ed un porto franco per molti altri traffici.
In questo
momento sta ricevendo nel suo studio privato proprio i Marauders.
-Inutile
dire che non sono per nulla soddisfatto.- dice con tono severo -Avete fallito
il compito di uccidere Elektra Natchios e vi siete fatti catturare da due
individui senza superpoteri facendoci perdere un cospicuo onorario.[1] Mi sono
chiesto se non avrei dovuto lasciarvi marcire in prigione.-
-E invece ci
ha fatto liberare.- puntualizza Scalphunter.
-Perché,
tutto sommato, mi siete utili. E ora tocca agli altri due. Voglio che
recuperiate la matrice di Malice e i pezzi di Prism. Ho saputo che li hanno
portati al Progetto P.E.G.A.S.U.S. Ve la sentite di provarci?-
La sfida è
evidente e Scalphunter risponde:
-Di provarci
e di riuscirci.-
Il che è
esattamente quello che Creed si aspettava.
Progetto
P.E.G.A.S.U.S. Monti Adirondacks, Upstate New York. Dodici ore più tardi.
La
sottigliezza non è mai stata la miglior virtù di Scalphunter e soci, e così per
entrare nel più grande centro di ricerche della nazione scelgono la via più
diretta: imbracciato il suo fucile, il Comanche spara un piccolo cilindro che
emette un impulso elettromagnetico. Tutti i sistemi del Progetto sono
disattivati.
-Abbiamo sei
minuti, forse meno. Facciamoli bastare.- dice agli altri, poi scatta verso il
complesso, facendo loro segno di seguirlo.
Raggiunto il
portone vi applica un altro dei suoi congegni che dopo una contenuta esplosione
lo apre.
-Quattro
minuti.- annuncia.
Arclight e
Scrambler lo seguono all’interno.
Percorrono
un lungo corridoio abbattendo senza pietà chi gli si para davanti usando le
armi o i loro poteri.
-Troppo
facile.- borbotta Arclight.
In quel
momento un filo di sabbia esce dal pavimento ed in pochi istanti si forma la
figura dell’ex supercriminale e Vendicatore di Riserva noto come Uomo Sabbia,
attualmente capo della sicurezza del Progetto P.E.G.A.S.U.S.
-Volevate
guai? Siete stati appena accontentati.- dice.
Si avvolge
intorno ad Arclight e Scrambler. Il potere del giovane coreano non ha effetto
sulla sua forma di sabbia e anche quello di Philippa Sontag di creare piccoli
sismi lo disorienta solo per poco.
-Dovete fare
di meglio.-
Scalphunter
non parla. Estrae un altro dei suoi congegni, lo manipola e poi lo scaglia con
forza. Non appena il congegno tocca la maglietta dell’Uomo Sabbia si sente uno
sfrigolio e William Baker diventa di cristallo.
-Due
minuti.- annuncia John Greycrow mentre col calcio del fucile colpisce la forma
cristallina dell’Uomo Sabbia mandandola in mille pezzi.
I tre
supercriminali percorrono rapidamente il corridoio giungendo davanti ad una
porta.
-Tocca a
te.- dice Scalphunter rivolto a Scrambler.
Il coreano
usa i suoi poteri ed apre la porta disattivandone la serratura.
Nella stanza
in cui entrano, su di un tavolo operatorio giace una figura femminile. Ad
un’occhiata più approfondita appare chiaro che si tratta di un sofisticato
androide. Scalphunter non lo degna di uno sguardo, ma si dirige verso due teche
appoggiate su uno scaffale. In una, più piccola, c’è un collare con un
medaglione al centro, in un’altra tanti pezzi di cristallo.
-E così,
questo è quanto rimane di Prism.- commenta Kim Il Sung.
-Poche
chiacchiere. Prendete le due teche e filiamo. Ci resta un minuto.-ordina,
secco, Scalphunter.
In un
rifugio segreto negli Stati Uniti.
La bambina che stringe la mano di Mystica e i quattro mutanti dietro a loro si guardano intorno con espressioni tra il sorpreso e lo spaesato. La donna dalla pelle blu, invece, sembra essere impervia ad ogni sorpresa.
-Bel posticino che ti sei fatto, Magneto.- dice infine -Non è il palazzo presidenziale di Genosha ma può andare.-
Magneto non replica all’osservazione sarcastica ed invece dice:
-Questo posto è dotato di tutti i comfort, Raven, vedrai. Ora Tata vi accompagnerà ai vostri alloggi e dopo che vi sarete sistemati e rinfrescati, parleremo del vostro futuro qui.
-Non ne vedo l’ora.-
Non appena il gruppetto si è allontanato seguendo il robot con l’uniforme da cameriera Emma Frost si rivolge a Magneto:
-Possiamo
fidarci di loro? Io non sono una terrorista e tu non lo sei più. Ne abbiamo
parlato.-
-Nessuno, qui dentro, ha il diritto di giudicare nessun altro sui propri
trascorsi. Io ho fatto evadere te e Mystica ha fatto evadere i suoi ragazzi,
tutti meritate il beneficio del dubbio contro le cieche autorità umane. Senza
contare che una con le sue speciali abilità ci sarà sicuramente molto utile. La
forza non è la sola cosa che conti in un conflitto e tu dovresti saperlo
benissimo, mia cara. E, ultimo ma non per importanza, abbiamo bisogno di fare
numero. Conto su di te per tenere d'occhio la Darkholme.-
-Mi inviti a nozze.-
"Un
piccolo scan telepatico non farà male a nessuno", pensa Emma con un lieve
sorriso.
Progetto
P.E.G.A.S.U.S. Monti Adirondacks, Upstate New York.
Quando Linea X ha ricevuto una chiamata d'emergenza dal Progetto P.E.G.A.S.U.S.,
Havok aveva anticipato il dubbio che non avrebbero fatto in tempo ad arrivare
per fermare l'assalto al centro ricerche; eppure, per non lasciare niente
d'intentato, aveva raccolto la sua squadra in quattro e quattr'otto e preso il
volo.
Quando il
Blackbird atterra e vengono ricevuti, si rendono conto di essere arrivati
troppo tardi, come nelle più funeste previsioni.
Ad
accoglierli c'è un imbarazzato Uomo Sabbia appena ricostituitosi.
-Ci avreste
fatto comodo dieci minuti fa.- dice dopo i convenevoli -Bel capo della
sicurezza che sono, questa è già la seconda incursione che non sono stato
capace di impedire.[2]
Forse dovrei dimettermi.-
-Sarà per
questo che avete chiamato noi e non i tuoi amici Vendicatori?- lo stuzzica
l'Uomo Ghiaccio. In realtà sta sfogando contro il malcapitato la propria
frustrazione: non ha partecipato alla repressione dell'evasione alla Volta
perché impegnato ai centralini di Linea X, e adesso si ritrova coinvolto in una
missione abortita in partenza. La sua sete d'azione dovrà attendere.
-Non essere
troppo duro con te stesso.- lo consola Husk -Sono certa che hai fatto tutto
quello che potevi.-
-Ma non è bastato. Quei bastardi hanno preso quel che cercavano.-
-E sarebbe?-
domanda Havok.
-Questo
posso dirvelo io.- interviene un ragazzo che dimostra meno di vent’anni.
Indossa un camice bianco e occhiali spessi -Mi chiamo Robert Rider e sono uno
degli scienziati del Progetto.-
Altri
farebbero qualche osservazione sulla giovane età del ragazzo, ma gli X-Men
hanno avuto più di un bambino prodigio nelle loro fila e non sono
impressionati.
-Allora
cos’hanno rubato, dottore?- insiste Arcangelo.
-La matrice
dell’essere conosciuto come Malice e i frammenti del corpo del mutante Prism
distrutti in uno scontro con Devil.-[3]
-È chiaro
che chi li ha mandati intendeva recuperare tutti i Marauders per avere l’intero
gruppo alla massima efficienza.- commenta Alfiere.
-Graydon
Creed, chi altri?- replica Arcangelo -Lavoravano per lui ultimamente. Quel
maledetto si crede intoccabile.-
-Ma non lo
è.- ribatte Havok -Siamo stati a guardarlo fare quel che voleva troppo a lungo,
adesso basta! Andremo a dar loro una lezione direttamente nel loro covo... ovunque
esso sia.-
Worthington
Tower. Sala Cerebro.
Da
quando è nata la sua piccola Sara, Jean Grey ha sempre evitato di entrare in
azione. Tutte le sue attenuanti sono ammissibili: le esigenze della maternità,
le responsabilità del suo lavoro. Eppure, anche se fatica ad ammetterlo con se
stessa, anche se non l'ha confessato nemmeno a Warren, da quando la Forza
Fenice ha lasciato il suo corpo e ha partorito, i suoi poteri hanno avuto un
tracollo. La sua telepatia è tornata ai livelli delle sue prime manifestazioni,
ai tempi in cui il Professor Xavier aveva riunito i primi cinque X-Men. Allora
non era ancora una mutante di livello alpha. Non sa che cosa sia adesso, né ha
voluto sottoporsi ad alcun esame.
Di recente ha già provato a cercare il suo ex-marito e gli altri amici
scomparsi durante la crisi con lo Zodiaco, invano. Ma in quel caso aveva
un'attenuante: coloro che cercava erano in un'altra dimensione.[4]
Questo azionamento di Cerebro, o perlomeno della sua versione ridotta in
dotazione alla Torre, fungerà da vero piccolo test e questo le genera una certa
ansia. Teme di non poter essere d'aiuto ai suoi amici, a ciò che le ha
richiesto il suo ex cognato, eppure non ci sono scuse per scappare.
Le sue paure
sembrano confermate: non riesce a rintracciare nessuno.
Magneto e la Regina Bianca, fuggitivi da nove mesi. Mystica e i suoi nuovi
scagnozzi.
-Tranquilla, non ci aspettavamo niente di diverso- la rassicura Arcangelo, come
se avesse intuito il suo senso di inadeguatezza -Sono anni che Magnus sfugge ai
poteri mentali, Emma ne sarebbe immune di suo quando è in forma adamantina... e
Mystica sa il fatto suo.-
-Va bene.
Proviamo con il Sinistro Sindacato, anche se non sappiamo se ci siano mutanti
tra di loro.- dice, con scarsa determinazione Fenice.
Per quanto scandagli gli abitanti di New York, nulla di consistente emerge.
-A me non stupisce neanche questo- interviene in sua difesa Gambit - Il casco
di Magneto ha fatto scuola. Jean-Luc[5] dice che
ormai i materiali che isolano dalle energie psichiche si trovano con una certa
facilità sul mercato nero, anche se costano. Pare sia un must tra i boss
criminali.-
-Ah, sì? Come se le forze dell'ordine o i supereroi pullulassero di telepati...
fatemi fare un altro tentativo.-
Un minuto dopo, un mezzo sorriso si disegna sul volto provato di Fenice.
-Oh, bene. La Regina Ragno... Charlotte Witter... è a Buenos Aires.- annuncia.
-Grazie, è pur sempre qualcosa. Anche se non interverrei per non scatenare
altri incidenti diplomatici- frena Warren.
-Una volta non ci sarebbe importato, avremmo agito e basta, ma se ci tieni
tanto, notificheremo la notizia alle autorità competenti.- gli dà corda
Havok.-Ora, dopo questo rodaggio, prima che Jean si stanchi troppo, tornerei
sul nostro obiettivo primario.-
-Tentar non
nuoce, anche se, secondo me, pure i Marauders potrebbero essere protetti -
prova a obiettare Gambit, subito pentendosi. La bocca aveva parlato prima di
collegarsi il cervello. Per quanto avesse detto una cosa sensata, per quanto
razionalmente per tutti fosse acqua passata, ogni qual volta si menzionano i
Marauders, la coda dell'occhio di tutti punta su di lui, d'istinto,
d'inconscio, a ricordare il suo fosco passato.
-Tower. Spellbinder. Firebug...- inizia a
scandire Jean con una certa fierezza, mentre da un database le loro schede si
aprono ad icona su uno schermo -Sono sull'isola di Santa Providencia.-
Sullo schermo olografico alle loro spalle compaiono i loro ritratti fotografici
e la loro localizzazione sul mappamondo.
-Ok, inizio a studiare i dettagli della missione e poi farò le convocazioni-
sentenzia Havok, con piglio sempre più autorevole nel suo ruolo di leader.
-E un incidente diplomatico con..?- prova a contestare Gambit, frenandosi
quando si rende conto di non sapere a quale Stato appartenga l'isola caraibica.
-È indipendente.- precisa Fenice -Un piccolo paradiso fiscale come ne esistono
tanti da quelle parti.-
-Avere rogne per la Regina Ragno è un conto. Averne per trovare "mutanti
malvagi" - Alex usa una definizione d'antan mimando le virgolette con le
dita - mettere i puntini sulle i sul fatto che non facciamo sconti ai mutanti
ed eventualmente indagare su un possibile collegamento degli Amici dell'Umanità
con Graydon Creed o risalire a Sinistro... è un gioco che vale la candela.-
-Va bene, va bene, non c'era bisogno di partire col pistolotto. In fondo, chi
direbbe di no a una puntatina ai Caraibi?-
Sede
distaccata della Procura Generale dello Stato di New York. Broadway n. 120. New
York City.
Paul Bailey
non può lamentarsi dell’ufficio che gli hanno assegnato, è più grande di quello
che ha ad Albany. Esamina un'altra volta i dossier fornitigli dalla Procura
Distrettuale di Manhattan e dalla Polizia. Apparentemente sembra che non sia
stato trascurato nulla. Riepilogando: un Agente di Pattuglia in servizio ad
Alphabet City[6]
vede un ragazzo che crea effetti pirotecnici dal nulla. Gli si avvicina per chiedergli
se ha l’autorizzazione ad esibirsi in strada, il ragazzo gli punta contro un
dito e il poliziotto innervosito, credendo che il ragazzo volesse usare il suo
potere contro di lui gli spara e lo uccide. Potrebbe essere un caso di
legittima difesa se il pericolo percepito aveva qualche fondamento ma è un
dannato terreno minato. In più, l'altro giorno c'è stato quello scontro tra
mutanti e fanatici alla Chiesa di Santa Francesca Saverio Cabrini, che ha reso
ancora più tesa la situazione. Gli Amici dell'Umanità hanno ufficialmente preso
le distanze dai terroristi, che hanno bollato come «infiltrati», ma quanto
possono essere credibili?
L’assistente
che gli hanno assegnato lo chiama:
-Signore,
dovrebbe vedere questo.-
Si riferisce
al notiziario in diretta streaming dove si vedono due gruppi di persone che si
confrontano separati a fatica dalla Polizia davanti a quello che è senza alcun
dubbio il Tribunale Penale della Contea di New York.[7]
-Che altro sta
succedendo?- chiede Paul.
-Un altro
gruppo di quegli Amici dell’Umanità manifesta a favore del poliziotto che ha
sparato al mutante e poi c’è un gruppo di attivisti pro mutanti che ne chiedono
la punizione.- spiega l’assistente -Sono volate solo parole grosse finora ma…-
Non finisce
la frase. Dallo schermo il reporter urla:
<Qualcuno ha sparato, ripetiamo: qualcuno ha
sparato.>>
E sotto gli
occhi di Paul Bailey e degli altri presenti scoppia il caos.
Worthington
Tower.
Remy LeBeau
meglio noto come Gambit si prepara per l’imminente missione ai Caraibi, si
annoda la bandana sulla fronte e per ultimo infila il suo caratteristico
impermeabile, anche se potrebbe apparire fuori luogo sotto il caldo sole dei
Tropici, ma dopotutto, nel suo tipo di lavoro l’immagine conta molto.
Un sorriso
malinconico si forma sulle sue labbra. Anche tra i suoi compagni di squadra, ne
è certo, c’è chi lo considera troppo fatuo e superficiale e non capisce che la
sua è una maschera, una protezione che si è costruito addosso per difendersi dal
dolore che troppo spesso è stato parte della sua vita, dalla paura di essere
ferito se mostra apertamente i suoi sentimenti. Il recente, reiterato due di
picche di Husk è l'ennesima conferma ai suoi occhi. Tempesta l’avrebbe capito
ma Ororo Monroe ha scelto altre strade allontanandosi dai suoi compagni di
squadra.[8] Anche
Rogue lo sapeva e allontanarla da lui è stata una delle decisioni più difficili
che abbia mai preso.
Smette di
pensarci ed esce. È appena salito sull’ascensore, che lo porterà fino al tetto,
dove lo attende un elicottero il cui compito è trasportare lui è i suoi
compagni sino alla pista privata di decollo del Blackbird quando vede una donna
correre verso di lui ostacolata dai tacchi a spillo delle sue scarpe firmate .
D’istinto, Remy blocca le porte dell’ascensore permettendole di entrarvi.
-Merci.- sussurra lei in francese e con
un accento che per il Cajun è inconfondibile.
-Ma lei è di
Parigi!- esclama lui nella stessa lingua.
-Mais oui. Lei invece è creole... No, cajun,
giusto, M’sieur Gambit?-
-Mi conosce,
vedo.-
-Lei è più
famoso di quel che crede.-
-Davvero?
Temo, però, di non poter dire lo stesso di lei. Madame…-
-Avril,
Yvette Avril. Sono il nuovo Directeur Général delle Worthington.-
Remy LeBeau le
rivolge un rapido sguardo da intenditore: molto attraente, le curve giuste al
posto giusto, lunghi capelli e occhi castani, occhiali tondi da miope, tailleur
di gran marca con camicetta di raso e gonna appena sotto il ginocchio.
-Le piace
quel che vede?- gli chiede lei con un sorrisetto divertito.
-Ho sempre
avuto un debole per le parigine.- ribatte Remy per nulla imbarazzato -E lei ne
è un ottimo esempio, M’moiselle Avril.-
-Conosce
Parigi?-
-Ci ho
passato qualche tempo anni fa.-
A fare il
ladro gentiluomo, ma questo non è necessario che la sua interlocutrice lo
sappia. Piuttosto Remy le chiede:
-Che ci va a
fare sul tetto?-
-Ho un
appuntamento con il Presidente della Roxxon e devo prendere un elicottero.-
risponde Yvette.
-Che
coincidenza, anch’io, ma per andare all’aeroporto.-
-Affari da
X-Men, immagino.-
L’ascensore
si apre direttamene sul tetto dove un elicottero con la X dipinta aspetta.
-Beh, è
stato un piacere, M’moiselle Avril.-
le dice Gambit -Magari possiamo approfondire la conoscenza la prossima volta.-
-Magari… e
lascia perdere il M’moiselle, io sono
Yvette.-
-E io Remy.-
replica lui cominciando a correre e balzando agilmente a bordo dell’elicottero
che si leva subito in volo.
-Stavi
flirtando, Cajun?- gli chiede Havok.
-E se anche
fosse? La cosa ti crea problemi, Summers?- ribatte Gambit.
-La tua vita
amorosa, chiamiamola così, mi interessa solo se complica la vita alla squadra
in missione.- replica l’altro, nascondendo il suo sollievo all'idea che il
compagno di squadra si stia dedicando ad altre donne piuttosto che alla sua Paige.
-E allora
sta pure tranquillo, mon ami.-
Gambit
rivolge lo sguardo alla figura femminile che diventa sempre più piccola in
lontananza e sorride. Husk sarà l'unica femmina del gruppo, ma il mondo là
fuori è pieno di donne che meritano le sue attenzioni.
Isola di
Muir, Scozia, Regno Unito.
È ormai
primo pomeriggio quando il Blackbird, ma sarebbe meglio dire uno dei Blackbird,
con la X sulla fusoliera atterra nella pista d’atterraggio proprio di fronte al
Centro Ricerche Genetiche diretto dalla Dottoressa Premio Nobel Moira Kinross
MacTaggert. Ne scende Nightcrawler
-Benvenuto.-
lo saluta la donna -Sei da solo?-
-Diana ha
preferito viaggiare per conto suo con un volo di linea.- spiega Nightcrawler
-Credo che si senta a disagio con noi X-Men e…- si ferma comprendendo solo ora
una cosa -Non è qui? Com’è possibile? È partita molto prima di me.-
-Non è
arrivata con l’ultimo traghetto, questo è certo.- ribatte Moira.
-Molto
strano.- commenta Kurt -Anche contando che a Edimburgo doveva prendere la coincidenza
per Inverness e poi il traghetto, avrebbe dovuto arrivare almeno mezz’ora fa. Avevo
calcolato tutto -
-A volte gli
aerei ritardano. Le avverse condizioni meteo o il sovraffollamento dei cieli…-
-Grazie per tentare
di rassicurarmi, Moira... Probabilmente hai ragione, ma io ho lo stesso una
brutta sensazione e nel corso degli anni ho imparato a fidarmi di questo tipo
di premonizioni. Tra l'altro, per sicurezza avevo provato a telefonarle, ma il
cellulare risulta sempre spento... -
spiega, prendendo dalla tasca uno smartphone e iniziando a trafficarvi.
-Niente, ancora spento... fammi andare sul sito della compagnia aerea...
Sullo schermo del telefono appare un annuncio funesto. Con le dita tremanti,
Wagner clicca su un link, da cui parte un filmato:
<<… ancora nessuna notizia del volo da Newark
per Edimburgo misteriosamente scomparso in mare. Le Autorità…>>
Kurt Wagner
sente un brivido corrergli lungo la schiena. I suoi peggiori timori si sono
realizzati.
Altroquando.
Trevor Fitzroy non ricorda più da quanto tempo è stato catturato dagli
agenti dei signori di Altroquando per
i suoi crimini contro il flusso temporale, da quanto tempo marcisce in quella
cella, impotente.
Sa solo che
è la prima volta, da quando vi ha messo piede, che qualcosa ha spezzato la
monotonia della prigionia. Un qualche genere di tafferuglio nei piani alti si
sta riverberando nelle prigioni.
Un'esplosione
investe la sua porta e la divelle quanto basta da creargli una breccia per
fuggire.
Nei corridoi, regna il caos: gli agenti del reame extratemporale stanno
combattendo contro un gruppo di cyborg dai pomposi costumi viola.
Approfittando della confusione, il Cronomante si china su un pretoriano
dell'antica Roma ferito e gli sottrae il passepartout per le celle.
-Non... puoi
farlo... i Razziatori... - rantola la guardia, senza la forza necessaria per
fermarlo.
Scansando altri combattenti, Fitzroy traffica con la più vicina serratura e
apre la porta di una cella:
- Johnny,
hai cinque secondi per decidere se venire con me.-
Jonathan Richards, un tempo noto come Hyperstorm, lo fulmina con lo sguardo.
Non ha voglia di ripetergli per la milionesima volta che odia essere chiamato
in quel modo. Eppure perde qualche istante di troppo nel guardarlo: per un
tempo indefinito (settimane? mesi? anni?) hanno trascorso il loro tempo
chiacchierando attraverso le mura delle loro celle attigue, immaginando il
momento in cui sarebbero stati liberi e avrebbero consumato le loro vendette.
E' la prima volta che hanno occasione di guardarsi in faccia.
-Trevor..?
Mi auguro tu abbia un buon piano - si alza a fatica Hyperstorm, provato dalla
lunga inattività.
-Fidati di
me, amico - dice, tendendogli la mano.
Il figlio di
Franklin Richards e Rachel Summers sorride: ormai sa bene che il tocco del
Cronomante può prosciugare un essere umano delle sue energie vitali.
-Scordatelo che ti tocchi, mio caro, ma ti seguirò volentieri...
Aeroporto
J.F.K. Queens, New York.
Il Blackbird
con a bordo gli X-Men si è appena sollevato in volo dalla pista usata dalla
Worthington Aviations che nelle menti di tutti risuona la voce telepatica di
Jean Grey:
“Contrordine: mi ha chiamato mio cognato Paul, c'è
uno scontro violento tra manifestanti pro e anti-mutanti davanti al Tribunale
Penale, potrebbero scapparci dei morti. Io sto già arrivando sul posto e ho
avvertito Westchester, voi potete raggiungerci?”
-Puoi starne
certa, Jeanie.- risponde Havok, poi si rivolge agli altri –Avete sentito tutti?
I Caraibi aspetteranno almeno per un po’.-
-Peccato.-
replica Gambit. -Mi ero portato dietro l’olio abbronzante...-
Nel prossimo episodio:
Che cosa c'è dietro
la scomparsa della donna di Nightcrawler? Che intenzioni hanno i due
crono-criminali appena evasi?La tensione sociale tra mutanti e umani
precipiterà nella Grande Mela? E come faranno i nostri sparuti X-Men a star
dietro a tutte le minacce che incombono tra capo e collo?
Note
Fine di un episodio interlocutorio che getta le basi per trame che
speriamo gradirete. I nostri X-Men non fanno molto, è vero, ma si rifaranno
presto, vedrete.
Il Progetto P.E.G.A.S.U.S. è un’installazione governativa americana
sovvenzionata dal Dipartimento dell’Energia. Il suo compito è studiare le
energie alternative ed in particolare quelle di natura insolita. È apparso per
la prima volta su Marvel Two in One
#42 datato agosto 1978.
Se dobbiamo spiegarvi chi è l’Uomo Sabbia, allora non siete veri lettori
Marvel. Vi basti sapere che su Vendicatori
MIT #92 è stato rivelato che è il nuovo capo della sicurezza del Progetto
P.E.G.A.S.U.S.
Robert Rider è il fratello minore di Richard Rider, ovvero Nova, ed è un
vero e proprio piccolo genio.
Altroquando è uno dei tanti reami extratemporali deputati al controllo dei
viaggi del tempo. Dopo gli eventi della nostra serie Fantastic Force, attualmente è guidata dal Signore, ossia Nathaniel
Richards, padre del Reed Richards dei Fantastici Quattro. Del Cronomante e di
Hyperstorm riparleremo nel prossimo numero.
Riguardo i Razziatori, saprete poco quanto niente, ma vi basti la conferma che
rappresentano un omaggio al Razziatore, un criminale temporale nemico del
Paperinik/PK dei fumetti Disney.
Carlo &
Mickey
[1] Su Devil MIT #70 e Marvel Knights #72
[2] La prima è stata su
Vendicatori MIT #92/93
[3] Sempre su Devil MIT #70.
[4] Un plateale riferimento
alla prima saga di Carlo Monni sulla nostra serie sorella X-Men, avvenuta nell'intervallo tra il presente e lo scorso numero.
[5] Jean-Luc LeBeau, padre
adottivo di Remy e capo della gilda dei ladri di New Orleans.
[6] Quartiere di Manhattan
caratterizzato dal fatto che le sue vie hanno come nome le lettere
dell’alfabeto.
[7] Che comprende l’intera
isola di Manhattan.
[8] E voi saprete quali se leggerete i prossimi episodi di Alpha Flight MIT.